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La Storia di WoW Cap. 4°

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Messaggio  Hìrluin Mer Gen 19, 2011 2:48 am

L'Orda è arrivata ad Azeroth e nulla sarà più lo stesso. Gli avvenimenti incalzano e la pace che aveva lasciato queste terre prosperare ora si trasforma in una guerra sanguinaria.
Dall'ascesa dell'Orda all'arrivo del Lich, tutti gli avvenimenti che ci portano lentamente ai giorni attuali.


1
Il Portale Oscuro e la caduta di Stormwind

Mentre KIL'JAEDEN preparava l'Orda per invadere Azeroth, MEDIVH continuava a lottare contro Sargeras per la salvezza della sua anima. Re LLANE, il nobile reggente di Stormwind, diventò guardingo riguardo all'oscurità che sembrava contaminare lo spirito del suo vecchio amico. Egli condivise i suoi timori con ANDUIN LOTHAR, l'ultimo discendente della linea di sangue degli Arathi, che aveva nominato suo luogotenente alle armi. Nonostante ciò, nessun uomo avrebbe mai potuto immaginare che la lenta discesa nella follia di Medivh avrebbe portato gli orrori che seguirono.
Come incentivo finale, SARGERAS promise di conferire grande potere a GUL'DAN se avesse acconsentito a guidare l'Orda ad Azeroth. Attraverso Medivh, Sargeras disse al warlock che sarebbe diventato un dio vivente se avesse trovato nei fondali marini la tomba nella quale il Guardiano Aegwynn aveva sepolto quasi un centinaio di anni prima il suo corpo martoriato. Gul'dan accettò e decise che una volta sconfitti gli abitanti di Azeroth, avrebbe trovato la tomba leggendaria e reclamato il suo premio. Rassicurato che l'Orda avrebbe servito i suoi propositi, Sargeras ordinò che l'invasione cominciasse.
Con un tentativo congiunto, Medivh ed i warlocks dello SHADOW COUNCIL aprirono il portale dimensionale conosciuto come il portale oscuro. Il Portale metteva in connessione i mondi di Azeroth e Draenor, ed era grande abbastanza da permettere il passaggio agli eserciti. Gul'dan inviò degli esploratori orchi attraverso il portale per esplorare le terre che avrebbero dovuto conquistare. Il ritorno degli esploratori assicurò allo Shadow Council che il mondo di Azeroth era maturo per la conquista.
Ancora convinto che la corruzione di Gul'dan avrebbe distrutto la sua gente, DUROTAN parlò contro i warlock ancora una volta. Il coraggioso guerriero sosteneva che i warlocks avrebbero distrutto la purezza di spirito degli orchi e che questa spericolata invasione sarebbe stata la loro fine. Gul'dan, impossibilitato a rischiare di uccidere un eroe così popolare, fu costretto ad esiliare Durotan ed il suo clan Frostwolf nei lontani recessi di questo nuovo mondo.
Dopo che gli esiliati Frostwolf attraversarono il portale, solo pochi altri clan li seguirono. Questi orchi costruirono rapidamente la base delle operazioni nelle BLACK MORASS, un'area oscura e paludosa lontana, ad est del regno di Stormwind. Non appena gli orchi cominciarono ad espandersi e ad esplorare le nuove terre, entrarono immediatamente in conflitto con i difensori umani di Stormwind. Attraverso queste schermaglie, spesso brevi, essi fecero molto per illustrare le debolezze e le forze di entrambe le specie rivali. Llane e Lothar non furono mai in grado di raccogliere dati sul numero di orchi e poterono solo cercare di indovinare quanto grande fosse la forza con cui dovevano confrontarsi. Dopo pochi anni la maggioranza dell'Orda orchesca aveva attraversato il portale, così Gul'dan ritenne che era venuto il momento del principale attacco contro l'umanità. L'orda scagliò tutta la sua potenza contro l'ignaro regno di Stormwind.
Quando le forze di Azeroth e dell'Orda si scontrarono in tutto il regno, conflitti interni cominciarono a far sentire il loro prezzo in entrambi gli eserciti. Re LLane, che credeva che gli animaleschi orchi non fossero in grado di conquistare Azeroth, tenne sdegnosamente la propria posizione nella capitale Stormwind. Tuttavia, Sir Lothar si convinse che la battaglia dovesse essere fatta direttamente con il nemico, e fu forzato a scegliere tra la sua convinzione e la lealtà al re. Scegliendo di seguire il proprio istinto, Lothar tempestò la torre-fortezza di Medivh, KARAZHAN, con l'aiuto del giovane apprendista del mago, KHADGAR. Khadgar e Lothar riuscirono a sconfiggere il Guardiano posseduto, che essi confermarono essere l'origine del conflitto. Uccidendo il corpo di Medivh, Lothar ed il giovane apprendista involontariamente bandirono negli abissi lo spirito di Sargeras. Di conseguenza al puro, virtuoso spirito di Medivh fu concesso di sopravvivere... e di vagare sul piano astrale per molti anni a venire.
Nonostante Medivh fosse stato sconfitto, l'Orda continuò a dominare i difensori di Stormwind. Quando la vittoria dell'Orda si stagliò più vicina, ORGRIM DOOMHAMMER, uno dei più grandi leader degli orchi, cominciò a vedere la corruzione depravata che si era diffusa tra i clan già dal tempo in cui erano a Draenor. Il suo vecchio fratello, Durotan, ritornò dall'esilio e lo mise in guardia ancora una volta dal tradimento di Gul'dan. Come veloce punizione, gli assassini di Gul'dan uccisero Durotan e la sua famiglia, lasciando vivo solo il figlio in fasce. Doomhammer non sapeva che il figlio di Durotan fu trovato da un ufficiale umano, AEDELAS BLACKMORE, e fatto schiavo.
Quel bambino un giorno sarebbe diventato il più grande leader che la sua gente abbia mai conosciuto.
Esasperato dalla morte di Durotan, Orgrim cominciò a liberare l'Orda dalla corruzione demoniaca e alla fine assunse il ruolo di Signore della Guerra uccidendo il fantoccio corrotto di Gul'dan, Blackhand. Sotto la sua decisiva leadership l'inflessibile Orda alla fine prese d'assedio Stormwind Keep. Re Llane aveva malamente sottostimato la potenza dell'Orda, e guardava indifeso alla caduta del suo regno sotto gli invasori dalla pelle verde. Alla fine re Llane fu assassinato dal migliore dei killer dello Shadow Council: la mezz'orca GARONA.
Lothar ed i suoi guerrieri, ritornati a casa da Karazhan, sperarono di aver salva la vita e salvare la propria patria che era stata così gloriosa. Invece ritornarono troppo tardi e del loro amato regno trovarono solo rovine fumanti. L'Orda orchesca continuò a devastare la campagna e richiese le terre circostanti come proprie. Costretti a nascondersi, Lothar ed i suoi compagni giurarono solennemente di recuperare la propria terra ad ogni costo.

2
L'alleanza di Lordaeron

LORD LOTHAR riorganizzò l'esercito residuo di Azeroth dopo la sconfitta a Stormwind Keep e avviò un enorme esodo attraverso il mare verso il regno settentrionale di Lordaeron. Convinti che l'Orda avrebbe dominato tutta l'umanità se lasciata incontrollata, i leaders delle sette nazioni umane si incontrarono e si accordarono per unirsi in quella che sarebbe stata conosciuta come l'ALLEANZA DI LORDAERON. Per la prima volta in quasi trecento anni, le diverse nazioni di Arathor erano di nuovo unite sotto una stessa bandiera. Nominato Supremo Comandante delle forze dell'Alleanza, Lord Lothar preparò i suoi eserciti per l'arrivo dell'Orda.
Aiutato dai suoi luogotenenti, UTHER LIGHTBRINGER, l'Ammiraglio DAELIN PROUDMORE e TURALYON, Lothar fu in grado di convincere le razze semi-umane di Lordaeron dell'imminente minaccia. L'Alleanza riuscì ad ottenere il supporto degli stoici gnomi di Ironforge e di un piccolo gruppo di Eletti di Quel'Thalas. Gli elfi, guidati a quel tempo da ANASTERIAN SUNSTRIDER, erano molto poco interessati all'imminente conflitto, tuttavia si sentivano vincolati ad aiutare Lothar poichè egli era l'ultimo discendente della linea di sangue degli Arathi, che aveva aiutato gli elfi nei tempi passati.
L'Orda ora guidata dal signore della guerra Doomhammer, introdusse gli ogres dalla sua terra natale Draenor e arruolò i troll delle foreste Amani. Cominciando con una massiccia campagna per sopraffare il regno degli gnomi di Khaz Modan e le estensioni meridionali di Lordaeron, l'Orda decimò l'opposizione senza alcuno sforzo.
Le epiche battaglie della Seconda Gerra oscillavano fra schermaglie navali a larga scala e massicci dogfight aerei. In qualche modo l'Orda aveva dissotterrato un potente artefatto noto come DEMON SOUL, e lo utilizzava per rendere schiava l'antica regina dei draghi, Alextrasza. Minacciando di distruggere le sue preziose uova, l'Orda costrinse Alexstrasza a mandare in guerra i suoi figli più grandi. I nobili draghi rossi furono costretti a combattere per l'Orda, e così fecero.
La guerra infuriava attraverso i continenti di Khaz Modan, Lordaeron ed Azeroth. Come parte della propria campagna settentrionale, l'Orda riuscì ad incendiare le terre confinanti Quel'Thalas, cassicurando così il definitivo impegno degli elfi alla causa dell'Alleanza. Le più grandi città e i territori di Lordaeron furono razziati e devastati dal conflitto. Malgrado l'assenza di rinforzi e di casualità fortuita, Lothar ed i suoi alleati riuscirono a tenere sotto controllo i propri nemici.
Tuttavia, durante gli ultimi giorni della Seconda Guerra, quando la vittoria dell'Orda sull'Alleanza sembrava ormai certa, una terribile faida scoppiò tra i due più potenti orchi di Azeroth. Mentre Doomhammer preparava l'assalto finale contro la capitale di Lordaeron - un assalto che avrebbe schiacciato gli ultimi residui dell'Alleanza - Gul'dan ed i suoi seguaci abbandonarono le loro postazioni e presero il mare. Il sorpreso Doomhammer, avendo perso quasi metà delle proprie forze per il tradimento di Gul'dan, fu costretto a ritirarsi ed a rinunciare alla sua più grande possibilità di vittoria sull'Alleanza. Gul'dan, assetato di potere ed ossessionato dall'ottenere egli stesso l'appellativodi divinità, si lanciò in una disperata ricerca della Tomba sommersa di Sargeras, che credeva custodisse i segreti di un immenso potere. Avendo già condannato i suoi fratelli orchi a diventare schiavi della Legione Infuocata, Gul'dan non sentiva nessun dovere nei confronti di Doomhammer. Appoggiato dai clans Stromreaver e Twilight's Hammer, Gul'dan riuscì a far emergere la Tomba di Sargeras dal fondo del mare. Ma quando aprì l'antica e sommersa bara, trovò solo demoni impazziti ad aspettarlo.
Cercando di punire i refrattari orchi per il loro costoso tradimento, Doomhammer mandò le sue forze ad uccidere Gul'dan ed a riportare indietro i rinnegati. Per la sua avventatezza, Gul'dan fu fatto a pezzi dai demoni impazziti che aveva liberato. Con il proprio capo morto, i clans rinnegati caddero rapidamente davanti alla furia dei soldati di Doomhammer. Nonostante la ribellione fosse stata soppressa, l'Orda fu incapace di recuperare le terribili perdite che aveva sofferto. Il tradimento di Gul'dan aveva offerto all'Alleanza non solo speranza, ma anche tempo per riformarsi e vendicarsi.
Lord Lothar, vedendo che l'Orda si stava frantumando dall'interno, raccolse le ultime forze e spinse Doomhammer a sud, indietro verso le terre distrutte di Stormwind. Laggiù le forze dell'Alleanza intrappolarono l'Orda in ritirata nella fortezza vulcanica di BLACKROCK SPIRE. Nonostante Lord Lothar fosse caduto in battaglia alle pendici dello Spire, il suo luogotentente Turalyon riorganizzò le forze dell'alleanza all'ultimo minuto e fece in modo di condurre l'Orda verso le abissali SWAMP OF SORROWS, le paludi delle pene. L'esercito di Turalyon riuscì a distruggere il Portale Oscuro, il cancello mistico che collegava gli orchi al loro mondo originario, Draenor. Tagliati fuori in questo modo dai rinforzi e spezzata dalla battaglia, alla fine l'Orda cadde davanti alla potenza dell'Alleanza.
I clans degli orchi ormai dispersi furono rapidamente circondati e portati in campi di internamento. Nonostante sembrasse che grazie agli dei l'Orda era stata sconfitta, molti rimasero scettici sul fatto che la pace potesse durare. Khadgar, ora un arcimago di una certa fama, convinse l'alto comando dell'Alleanza a costruire la fortezza di Nethergarde che avrebbe vegliato sulle rocine del Portale Oscuro assicurando che non ci sarebbero state altre invasioni da Draenor.

3
L'invasione di Draenor

Ora che i fuochi della battaglia si stavano placando, l'Alleanza prese delle misure aggressive per contenere la minaccia degli orchi. Un gran numero di campi di internamento furono costruiti nel Lordaeron meridionale, fatti per ospitare gli orchi prigionieri. Sorvegliati sia dai paladini che dai soldati veterani dell'Alleanza, i campi si dimostrarono un grande successo. Nonostante gli orchi prigionieri fossero tesi ed ansiosi di dare battaglia una volta ancora, i guardiani dei campi, costruiti nella vecchia prigione-fortezza di DURNHOLDE, ad est di Tarren Mill nelle HILLSBRAND FOOTHILLS, furono in grado di mantenere la pace e una discreta sembianza di ordine.
Nel frattempo, sul malvagio pianeta Draenor, un nuovo esercito di orchi si preparava a colpire l'ignara Alleanza. NER'ZHUL, il primo mentore di Gul'dan, stava riorganizzando i restanti clan degli orchi sotto la sua oscura bandiera. Aiutato dal clan Shadowmoon, il vecchio sciamano progettava di aprire diversi portali su Draenor che avrebbero portato l'orda verso nuovi mondi ancora incorrotti. Per dare potere a questi portali egli aveva bisogno di alcuni artefatti che si trovavano su Azeroth, e per procurarseli riaprì il Portale Oscuro per inviare i suoi feroci servi alla ricerca di questi oggetti.
La nuova Orda, guidata da veterani come GROM HELLSCREAM e KILROGG DEADEYE (del clan Bleeding Hollow), sorprese gli eserciti in difesa dell'Alleanza e si diresse con violenza nella contea. Sotto l'attento controllo di Ner'zhul gli orchi si procurarono in fretta gli artefatti di cui avevano bisogno e fuggirono verso la sicurezza di Draenor.
Re TERENAS di Lordaeron, sicuro che gli orchi stessero preparando una nuova invasione di Azeroth, mise insieme i suoi luogotenenti più fidati. Egli ordinò al Generale Turalyon e all'arcimago Khadgar di guidare una spedizione attraverso il Portale Oscuro per mettere fine alla minaccia degli orchi una volta per tutte. L'esercito di Turalyon e Khadgar marciò fin dentro Draenor e si scontrò più volte con i clan di Ner'zhul nella devastata HELLFIRE PENINSULA. Neanche con l'aiuto dell'eletta ALLERIA WINDRUNNER, del nano KURDRAN WILDHAMMER e del soldato veterano DANATH TROLLBANE KHADGAR fu in grado di fermare Ner'zhul dall'aprire i suoi portali verso altri mondi.
Sebbene Ner'zhul riuscì ad aprire i suoi portali verso altri mondi, egli non poteva immaginare quale terribile prezzo avrebbe dovuto pagare: le enormi energie dei portali cominciarono a squarciare il mondo di Draenor. Mentre gli eserciti di Turalyon lottavano disperatamente per ritornare a casa, Draenor cominciò a ripiegarsi su se stesso. Grom Hellscream e Kilrogg Deadeye, rendendosi conto che i folli progetti di Ner'zhul avrebbero decretato la fine della loro intera razza, raccolsero gli orchi superstiti e scapparono verso la relativa sicurezza di Draenor.
Rimasti su Draenor, Turalyon e Khadgar decisero di compiere l'ultimo sacrificio distruggendo il Portale Oscuro dalla loro parte. Sebbene questo sarebbe costato loro la vita, assieme a quella dei propri compagni, sapevano che era l'unico modo per assicurare la sopravvivenza di Azeroth. Non appena Hellscream e Deadeye presero la strada verso il mondo degli umani in un disperato tentativo di salvezza, il Portale Oscuro esplose dietro di loro. Per loro e per tutti gli orchi rimasti ad Azeroth non ci sarebbe più stato ritorno.
Ner'zhul e il suo fedele clan Shadowmoon attraversò il più grande fra i nuovi portali creati, dopodichè numerose eruzioni vulcaniche cominciarono a spezzare Draenor. Gli oceani infuocati ricoprirono le terre devastate fino a quando questo torturato mondo non fu consumato da un'enorme, apocalittica esplosione finale.

4
La nascita del Lich King

NER'ZHUL ed i suoi seguaci entrarono nel Twisting Nether, la dimensione eterea che connette i mondi sparsi nell'aldilà oscuro. Sfortunatamente Kil'jaeden ed i suoi demoniaci servi li stavano aspettando. Kil'jaeden, che aveva giurato vendetta a Ner'zhul per la sua sprezzante sfida, strappò lentamente il corpo dello sciamano in diverse parti, pezzo per pezzo, lasciandone però lo spirito vivo ed intatto, così da lasciare Ner'zhul dolorosamente consapevole del disgustoso smembramento del suo corpo. Nonostante Ner'zhul implorasse di liberare il suo spirito e concedergli la morte, i demoni consideravano il Patto di Sangue fatto molto tempo prima ancora vincolante, Ner'zhul aveva ancora uno scopo da perseguire.
Il fallimento degli orchi nella conquista del mondo per la Legione Infuocata costrinse Kil'jaeden a creare un nuovo esercito per portare il caos attraverso i regni di Azeroth. A questa nuova armata non sarebbe stato permesso di cadere vittima delle stesse banali rivalità e lotte intestine che avevano afflitto l'Orda. Per questa missione ci voleva crudeltà ed un'unica mente pensante. Questa volta Kil'jaeden non poteva permettersi di fallire.
Kil'jaeden diede all'implorante spirito di Ner'zhul un'ultima possibilità di servire la Legione, altrimenti avrebbe sofferto un eterno tormento. Una volta ancora Ner'zhul accettò incautamente il patto del demone. Lo spirito di Ner'zhul fu messo in un blocco di ghiaccio forgiato dal più duro diamante delle più oscure profondità del Twisting Nether. Rinchiuso in questo blocco ghiacciato, il FROZEN THRONE, Ner'zhul percepì la sua coscienza espandersi migliaia di volte. Deformato dai poteri caotici del demone, Ner'zhul divenne un essere spettrale dall'incommensurabile potere: in quel momento aveva cessato di esistere l'orco conosciuto come Ner'zhul, ed era nato il LICH KING.
I DEATH NIGHTS fedeli a Ner'zhul ed i suoi seguaci Shadowmoon furono trasformati dalle caotiche energie dei demoni: i malvagi castatori di incantesimi furono squarciati e trasformati in scheletri del lich. I demoni assicurarono a Ner'zhul che anche nella morte i suoi seguaci lo avrebbero servito incondizionatamente.
Quando il tempo fu pronto, Kil'jaeden espose il piano per cui aveva creato il Lich King. Ner'zhul avrebbe dovuto diffondere una piaga di morte e terrore attraverso Azeroth che avrebbe soffocato la civiltà umana per sempre: tutti coloro che fossero morti a causa della piaga sarebbero risorti come NON MORTI ed i loro spiriti sarebbero stati legati alla volontà di Ner'zhul per l'eternità. Kil'jaeden promise che se Ner'zhul avesse portato a compimento l'oscura missione di liberare il mondo dall'umanità, sarebbe stato libero dalla maledizione e il suo spirito avrebbe ottenuto un nuovo e sano corpo da occupare.
Nonostante Ner'zhul fosse accomodante e apparentemente ansioso di fare la sua parte, Kil'jaeden rimase scettico riguardo la fedeltà della sua pedina. Lasciando il Lich King senza corpo e intrappolandolo nel blocco di cristallo egli si assicurò la sua buona condotta per un po' di tempo, ma il demone sapeva che avrebbe dovuto tenerlo d'occhio. A questo proposito Kil'jaeden richiamò la sua guardia demoniaca d'elite, i vampirici dreadlords, i più potenti e furbi tra i dreadlords, eccitato dalla sfida: egli era affascinato dalla durezza della piaga e dallo sfrenato potenziale genocida del Lich king.

5
Icecrown e il Frozen Throne

Kil'jaeden gettò il contenitore congelato con Ner'zhul nel mondo di Azeroth. Il cristallo temprato sfrecciò attraverso il cielo stellato andando a schiantarsi nel desolato continente artico di NORTHREND, sprofondando nelle profondità del ghiacciaio Icecrown.
Il cristallo ghiacciato, deformato e semidistrutto dalla violenta discesa, prese le sembianze di un trono, dove il vendicativo spirito di Ner'zhul presto si insediò.
Dai confini del FROZEN THRONE Ner'zhul cominciò ad estendere la sua immensa coscienza e a toccare le menti degli abitanti di Northrend. Con pochissimo sforzo egli riuscì a rendere schiave molte creature indigene, compresi i troll del ghiaccio e i feroci Wendigo, attirando i loro malvagi fratelli nella sua ombra crescente.
I suoi poteri psichici si dimostrarono essere potenzialmente illimitati ed egli li utilizzò per creare un piccolo esercito che faceva base nei labirintici spazi dell'Icerown. Mentre il Lich King imparava a padroneggiare le sue crescenti abilità sotto l'occhio vigile dei dreadlords, scoprì un remoto insediamento umano: per puro capriccio decise di provare i suoi poteri sugli ignari umani.
Ner'zhul inviò la PIAGA dei non morti, che aveva preso origine dalle profondità del Frozen Throne, verso il continente artico. Controllando la piaga con il suo solo volere, la portò fino al villaggio umano: nel giro di tre giorni tutti coloro che si trovavano nell'insediamento morirono, ma nel giro di poco gli abitanti morti cominciarono a risorgere come zombie. Ner'zhul poteva sentire i loro spiriti ed i loro pensieri come se fossero i propri e questa cacofonia di rabbia nella sua mente lo fece crescere ancora di più, come se i loro spiriti gli procurassero il tanto desiderato nutrimento. Scoprì che era un gioco da ragazzi controllare le azioni degli zombie e manovrarli per fare qualsiasi cosa egli desiderasse.
Nei mesi seguenti, Ner'zhul continuò gli esperimenti con la sua piaga di non-morte soggiogando ogni abitante umano di Northrend. Con il suo esercito di non-morti che cresceva quotidianamente, sapeva che il momento della vera prova si stava avvicinando.

6
La battaglia di Grim Batol

Nel frattempo, nelle terre del sud martoriate dalla guerra, gli ultimi sparsi gruppi dell'Orda combattevano per la propria sopravvivenza. Anche se GROM HELLSCREAM ed il suo clan Warsong riuscirono ad evitare la cattura, Deadeye ed il suo clan Bleeding Hollow furono circondati ed internati nei campi di Lordaeron. Nonostante queste costose sommosse, i guardiani dei campi ristabilirono il controllo sui loro brutali prigionieri.
Tuttavia l'Alleanza era inconsapevole che una moltitudine di orchi si aggirava libera nelle regioni settentrionali di Khaz Modan. Il clan Dragonmaw, guidato dal malvagio warlock NEKROS, stava utilizzando un antico artefatto conosciuto come il DEMON SOUL per controllare la regina dei draghi, ALEXSTRASZA, ed i suoi figli. Con la regina dei draghi come ostaggio, Nekros costruì segretamente un esercito all'interno dell'abbandonata - o come dicono alcuni maledetta - roccaforte di Grim Bathol. Pianificando di inviare il suo esercito ed i potenti draghi rossi contro l'Alleanza, Nekros sperò di riunire l'Orda e continuare la sua conquista di Azeroth. La sua visione non andò oltre: un piccolo gruppo di combattenti per la resistenza, guidati dal mago umano RHONIN, riuscirono a distruggere il Demon Soul ed a liberare la regina dei draghi dal controllo di Nekros.
Nella loro furia, i draghi di Alextrasza distrussero Grim Batol e incenerirono la maggior parte degli appartenenti al clan Dragonmaw. I grandi progetti di riunificazione di Nekros crollarono definitivamente non appena le truppe dell'Alleanza circondarono gli orchi sopravvissuti e li condussero ai campi di internamento che li stavano aspettando. La sconfitta del clan Dragonmaw segnò la fine dell'Orda e la fine della furiosa sete di sangue degli orchi.

7
La letargia degli Orchi

Trascorsero molti mesi e molti altri orchi vennero fatti prigionieri e rinchiusi nei campi di internamento. Quando i campi divennero sovraffollati, l'Alleanza fu costretta a costruirne di nuovi nelle pianure a sud delle ALTERAC MOUNTAINS. Per riuscire a mantenere e a rifornire questo crescente numero di campi, re Terenas impose una nuova tassa alle nazioni alleate. Questa tassa, insieme alle tensioni politiche in aumento a causa di dispute per i confini, creò un diffuso malcontento. Sembrava che il fragile patto che aveva unito le nazioni umane nella loro ora più buia potesse rompersi in ogni istante.
Nel mezzo di questo fermento politico, molti dei guardiani dei campi cominciarono ad accorgersi che uno sconvolgente cambiamento stava accadendo agli orchi prigionieri. Gli sforzi per fuggire dai campi o anche solo le lotte fra di loro erano decisamente diminutie di frequenza: gli orchi stavano diventando sempre più apatici e letargici. Anche se era difficile da credere, gli orchi - una volta considerati come la razza più aggressiva mai vista ad Azeroth - avevano perso completamente la voglia di combattere. Questa strana letargia confuse i leader dell'Alleanza e continuò a chiedere il suo prezzo agli orchi che si stavano indebolendo rapidamente.
Alcuni misero in giro delle voci su qualche strana malattia che solo gli orchi potevano contrarre, capace di causare questa sconcertante letargia, ma l'arcimago ANTONIDAS di Dalaran propose un'ipotesi differente: dalle sue ricerche su quanto poco si sapeva della storia degli orchi, Antonidas trovò che questi erano rimasti sotto la disabilitante influenza del potere demoniaco per generazioni. Egli suppose che gli orchi erano stati corrotti da questi poteri anche prima della loro prima invasione di Azeroth. Chiaramente, i demoni avevano seminato qualcosa nel sangue degli orchi che aveva garantito a questi energumeni un'innaturale enorme forza, resistenza ed aggressività.
Antonidas teorizzò che la letargia comune a tutti gli orchi non fosse una malattia, ma la conseguenza di un'astinenza di tutta la razza dalla volatile magia dei warlock che li aveva resi tremendi guerrieri assetati di sangue. Nonostante i sintomi fossero chiari, Antonidas non fu in grado di trovare una cura per l'attuale condizione degli orchi. Inoltre molti maghi, come molti notabili leaders dell'alleanza, sentenziarono che trovare una cura per gli orchi sarebbe stata un'iniziativa imprudente. Smettendo di considerare la misteriosa condizione degli orchi, la conclusione di Antonidas fu che la cura avrebbe dovuto essere spirituale.
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